Portachiavi

Sono gli anni dei ciucci in plastica, delle tartarughe ninja, dei lottatori di wrestling, dei Simpson, della GIG, Super Mario e i videogiochi in generale.
Il collezionismo di portachiavi ebbe un periodo particolarmente fortunato a metà degli anni ’60 in Francia, in seguito alla produzione di portachiavi pubblicitari delle grandi marche. Nacque così la copoclefilia (co per collezionismo, po da porta, cle da chiavi (in francese clés), e dal greco philie, amore e passione), termine ormai dimenticato come lo è il collezionismo che indica.
Abbiamo deciso di dedicarci ai portachiavi anno ’90 perchè proprio gli adolescenti di quel periodo scelsero questo oggetto per comunicare la loro personalità in linea con la moda decisamente POP: erano frequenti zaini con enormi gruppi di portachiavi appesi e coloratissimi così come divennero enormi e sovradimensionati i mazzi di chiavi di casa o del primo motorino.
Anche il secondo presenta una selezione di 99 soggetti diversi: 93 su sfondo bianco e 6 ambientati. Nelle 6 pagine ambientate gli oggetti dai colori decisamente fluo si contrappongono le illustrazioni delle Divina Commedia di Gustave Dorè, facendo convivere due epoche e due apparati simbolici molto distanti tra di loro.
Queste 6 immagini sono diventate parte di una serie fotografica fine art, stampate su carta cotone, edite in numero di 3 per ogni soggetto.